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"Contro il mal di denti ora si può andare in trance" di Elena Correggia

Sconfiggere la fobia del dentista grazie all’ipnosi, lavorando sulle emozioni e le sensazioni. Un traguardo possibile e una speranza concreta per i molti pazienti che cominciano a sudare freddo appena si siedono sulla poltrona dello specialista. «Anzi, lo stress comincia già in sala d’attesa, al punto che lo stato di tensione esasperato fa abbassare la soglia del dolore», spiega Giancarlo Di Bartolomeo, odontoiatra e psicoterapeuta di Torino, direttore della sede italiana del Milton Erickson Institute.
«Questa condizione anomala fa avvertire più dolore del normale e quindi nel soggetto rimarrà un ricordo amplificato del disagio, con conseguenze non solo psicologiche ma anche fisiche, perché si trascurerà, evitando le cure e i controlli necessari. Per diminuire questo stato d’ansia è importante lavorare sia sulla comunicazione verbale sia su quella non verbale. Il metodo ericksoniano utilizzato, a differenza dell’approccio ipnotico tradizionale, non induce una trance profonda ma superficiale, interagendo con il paziente attraverso metodiche conversazionali». In pratica, si valorizza la piena libertà e partecipazione del
paziente, che risponde agli input dell’ipnotista e ottiene gli strumenti per orientare se stesso verso la condizione voluta. «La trance superficiale è uno stato modificato della coscienza che può essere stimolato dall’esterno ma che si verifica anche spontaneamente nella vita quotidiana», continua Di Bartolomeo. «È il nostro inconscio a favorirla per recuperare le energie quando siamo molto stanchi». In tale condizione possiamo lavorare sulle paure senza le
resistenze razionali che avremmo in uno stato di perfetta coscienza. Con il metodo induttivo di comunicazione possiamo, per esempio, sollecitare il paziente al ricordo della sensazione emotiva e fisica dell’anestesia, chiedendogli di pensarla esattamente nella regione dove dobbiamo intervenire. I risultati migliori li otteniamo con i bambini, che liberano con facilità la fantasia e raggiungono rapidamente la trance. L’esercizio può richiedere 10-15 minuti per la prima seduta ma si scende a 1-2 minuti per i pazienti già allenati. Così è possibile evitare di somministrare l’anestetico per piccoli interventi di conservativa, come un’otturazione». Ciò permette al medico di lavorare con maggiore tranquillità e il paziente, più rilassato, contribuisce ad accelerare la guarigione. Grandi benefici dell’ipnosi sono offerti anche ai pazienti allergici, ai diabetici e agli ipertesi per i quali l’anestetico è spesso sconsigliato. 
 
PER UN RUOLO ATTIVO DELL’IPNOSI
Il Milton H. Erickson Institute, che in Italia ha sede a Torino, organizza seminari di formazione e consulenze psicologiche e di ipnositerapia secondo il metodo fondato negli Stati Uniti dallo psichiatra Milton Erickson (1901-1980). Questo approccio sottolinea il valore naturale della trance e si impegna a rispettare le caratteristiche del soggetto, che ha un ruolo attivo e non sottomesso al terapista all’interno di un percorso di riscoperta di capacità che prima gli apparivano inaccessibili.
Info: www.ericksoninstitute.it
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